Mancano ormai pochissimi giorni all'arrivo della primavera e ogni volta che si avvicina il week end si sente quasi il "richiamo" di una bella gitarella fuori porta.
Un posticino tranquillo, magari a contatto con la natura che ci faccia assaporare i primi raggi caldi del sole ma che sia facilmente raggiungibile e in tempi brevi in modo da non doverci svegliare troppo presto anche di domenica mattina.
Sulle coste laziali, a Tarquinia, ci sono le Saline di Tarquinia, posto che dista solo un paio di ore da Latina ma che davvero ci da la possibilità di trascorrere una piacevole giornata con la nostra famiglia!
Situata a ridosso della costa dell'antica città etrusca di Tarquinia, la Riserva tutela l'unica salina del Lazio e una delle poche rimaste lungo la costa italiana, inattiva dal 1997. Nonostante la limitata estensione, 150 ettari di cui circa 100 di laguna costiera, è un sito di importanza notevole per la sosta, l'alimentazione e la riproduzione dell'avifauna.
Per gli ambienti rappresentati e gli uccelli che la frequentano, la salina è riconosciuta tanto come sito d'importanza comunitaria (Sic) che come zona di protezione speciale (Zps).
La Riserva è stata istituita nel 1980 ed è gestita dal Corpo forestale dello Stato.
Per la loro posizione geografica a ridosso della costa tirrenica, le saline sono tra i luoghi migliori per l'osservazione dell'avifauna in particolare nel periodo delle migrazioni e nei mesi invernali. Tra le specie di particolare interesse e avvistate con una certa frequenza vi sono: sula e berta minore nel prospiciente tratto di mare, chiurlo, gabbiano roseo, gabbiano corallino, fenicottero (con raggruppamenti anche di oltre cento esemplari), gru, albanella reale, volpoca. Più comuni da osservare sono il falco di palude, il beccapesci, diversi anatidi tra cui fischioni, germani reali, alzavole, nonché gli aironi (cenerino, bianco maggiore, garzetta) e il bel martin pescatore. Dove il livello dell'acqua è più basso e nei tratti a fango si concentrano numerosi limicoli tra cui la pettegola, piovanelli pancianera e piro piro, cavaliere d'Italia, pavoncelle spesso a gruppi assai numerosi. Nel 2007 ha nidificato l'avocetta, primo caso accertato nel Lazio. Un piccolo evento ornitologico, che evidenzia l'importanza di questo ed altri ecosistemi-relitto (testimonianza, cioè, di zone umide litoranee assai più estese prima delle passate bonifiche) presso la costa tirrenica laziale. Avifauna a parte, frequentano l'area tra gli altri la volpe, il riccio, la nutria e la testuggine comune.
Se siete amanti come noi di pic nic, proprio all'ingresso del Borgo della Salina, circondati dalla riserva naturale, c'è una piccola area sosta, dove all'ombra di alti pini ci sono diversi tavolini di legno per fare una merenda o un pranzo veloce.
Invece all'interno dell'antico Borgo si può ammirare l'opificio che veniva utilizzato per la lavorazione del sale. Ora la struttura è in evidente stato di abbandono ma si può ammirare ancora in tutta la sua maestosità
Le vicende del complesso manifatturiero hanno inizio tra la fine del secolo XVII e gli inizi del XIX quando Pio VI, nel 1802 affidò a Giuseppe Lipari l'incarico di creare una Salina (la cui produzione avrebbe dovuto sopperire al fabbisogno di Roma e dei centri del versante tirrenico, a seguito della dismissione delle Saline di Ostia) nella zona del Carcarello, tra la Torre di Corneto e il fosso del Mignone e, più precisamente, nella tenuta della Piscina del Vescovo.
La realizzazione incontrò subito delle difficoltà: gli abitanti della città, preoccupati che l'impianto avrebbe potuto procurare insalubrità dell'aria, indussero il Papa a rivolgersi al Tribunale Supremo della Consulta, il cui parere rassicurò i cittadini. Pertanto vennero ripresi i lavori di costruzione, portati a termine nel 1805. Dopo l'Unità d'Italia l'impianto, in cui l'estrazione del sale era affidata alla manodopera dei forzati, ebbe un incremento produttivo: lo stabilimento fu ampliato e migliorato, con la creazione di nuove vasche. II villaggio, originariamente costituito da baracche per i sorveglianti, nel 1889 assunse l'aspetto di un borgo, articolato lungo un viale centrale, con le abitazioni per gli addetti, le strutture di servizio e di pubblica utilità, ornate di elementi di gusto
eclettico.
L'opificio per la raccolta, l'essiccazione e la raffinazione del sale venne rinnovato nel dopoguerra. Oggi il borgo, in parte ancora abitato dagli addetti alla Salina, ospita gli Uffici Direzionali e la Stazione del Corpo Forestale dello Stato, che tutela la Riserva Naturale di Popolamento Animale.
Contatti dell'Area Protetta
Indirizzo: c/o Corpo Forestale dello Stato, loc. Saline, 01016 Tarquinia (VT)
Telefono: 0766/864800
Bravi, spero che il posto vi sia piaciuto!
RispondiEliminaRicordate che la riserva è aperta al pubblico la seconda domenica di ogni mese e che il 12 maggio prossimo ospiterà una grande manifestazione pubblica nel quadro dell'iniziativa "RiservAmica".
Tornate numerosi, quindi, e divertitevi ;)
LC
Grazie mille per la segnalazione, non mancheremo sicuramente....magari accompagnati da tanti amici!!!
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